WOLFGANG AMADEUS MOZART
QUARTETTO IN SI BEMOLLE MAGGIORE K 589
1. Allegro 2. Larghetto 3. Menuetto 4. Allegro assai
JOSEPH HAYDN
QUARTETTO IN SOL MAGGIORE OP.77 N. 1
1. Allegro moderato 2. Adagio 3. Minuetto 4. Finale
INTERVALLO
WOLFGANG AMADEUS MOZART
QUARTETTO IN RE MAGGIORE K 575
1. Allegretto 2. Andante 3. Menuetto 4. Allegretto
NOTE MUSICALI – I QUARTETTI
Mozart – Quartetto K589
Composti a Vienna nel maggio 1790, i due Quartetti presentati questa sera fanno parte dei tre quartetti (K. 575, K. 589, K. 590) dedicati (o meglio pensati per) il Re di Prussia, Federico Guglielmo II, celebre appassionato di violoncello e musicista dilettante.
Queste tre opere appartengono alla serie dei Quartetti d’archi scritti in stile “concertante”: in tutti e tre, il violoncello emerge frequentemente con linee solistiche quasi operistiche.
La struttura di quest’opera è così sintetizzabile: Allegro (si bemolle maggiore) – forma-sonata compatta, con tema iniziale raffinato e uno più energico esposto dal violoncello. Lo sviluppo combinato dei temi crea contrasti tra serenità ed entusiasmo; Larghetto (mi bemolle maggiore) – vero e proprio “aria” per violoncello, elegante e intimo, con un dialogo profondo tra violoncello e primo violino; Menuetto: Moderato – danza stately con riflessi scherzosi: il trio, più esteso, sfoggia trame contrappuntistiche e fraseggi acuti, spesso trasferiti tra i violini e la viola ed infine Allegro assai – rondò vivace, agile e brillante, con dialoghi a “salto” tra gli strumenti, cambi di ritmo e unepilogo spiritoso, tipico di Mozart.
Distinguibile per atmosfere eleganti sorprende anche con momenti contrappuntistici e cromatismi (specialmente nel Larghetto).
Apprezzato per i suoi contrasti dinamici, l’uso espressivo del violoncello e l’equilibrio complessivo tra i quattro strumenti. Mozart lo definì un’“opera faticosa” nonostante l’apparente semplicità, ma il risultato è trasparente e raffinato.
Haydn – Quartetto in Sol maggiore op. 77 n. 1 (1799), primo dei due ultimi scritti da Haydn e dedicati al principe Lobkowitz, rappresenta il culmine della sua arte quartettistica. Composto alla fine della sua carriera, mentre Beethoven iniziava la propria, segna un simbolico passaggio di testimone nella musica da camera viennese. È uno degli esempi più maturi del linguaggio classico: equilibrio formale, profondità espressiva e spirito innovativo. Unisce eleganza, vitalità e introspezione in uno stile che preannuncia Beethoven e il primo Romanticismo. La Struttura è tradizionalmente costituita da quattro tempi qui sinteticamente descritti: Allegro moderato – Apertura solenne e danzante, con elementi folk e un’elaborata forma-sonata; Adagio – Movimento lirico e intenso, quasi improvvisativo, ricco di espressione e contrappunto; Minuetto – Trio – Scherzo brillante e sincopato, con influssi popolari e un trio giocoso ed infine Finale – Presto – Chiusura vorticosa, con scrittura imitativa e umorismo musicale.
Mozart – Quartetto K575
L’opera riflette l’intento di Mozart di assecondare i gusti del sovrano di Prussia, come sopra decritto, riservando un ruolo di rilievo al violoncello, spesso trattato da solista con linee cantabili e virtuosistiche.
Il quartetto è strutturato in quattro movimenti: l’Allegretto – in forma-sonata, presenta un tono delicato e un secondo tema dolce affidato al violoncello; l’Andante – una lirica aria strumentale in forma tripartita (A–B–A), paragonata al Lied mozartiano Das Veilchen; il Menuetto – elegante ma vivace, con un trio dove il violoncello canta in primo pianoed infine l’ Allegretto – un rondò-sonata raffinato, con uso di contrappunto e dialogo tra le voci.
Lo stile è sobrio, trasparente, di grande raffinatezza e cantabilità. Rispetto ai quartetti “Haydn”, qui la scrittura è più semplice ma più elegante, con attenzione alla conversazione strumentale. Il K.575 mostra anche innovazioni formali, come lo sviluppo tematico coerente tra movimenti.
Il quartetto rappresenta una delle vette della musica da camera mozartiana. È molto apprezzato per la sua grazia, l’equilibrio formale e l’attenzione al gusto aristocratico, pur senza rinunciare alla profondità musicale.
I MUSICISTI
L’Ensemble Le Musiche di Simone Bernardini è un complesso di musica da camera formato da giovani ma già affermati musicisti, membri di grandi orchestre o realtà europee che si riuniscono, dando anche origine a formazioni estemporanee, come il quartetto che si esibisce per Fondazione Fabio Moreni, composto per l’occasione dalla violinista Eva Rabchevska, dalla violista Alexina Hawkins e dal violoncellista Alessandro Natali.
Simone Bernardini è attivo come direttore d’orchestra sulla scena internazionale. Ha diretto in numerose occasioni i Berliner Philharmoniker (per la prima volta al suo debutto come direttore alla Philharmonie di Berlino nel 2008), la London Symphony Orchestra, l’Orchestre Philharmonique du Luxembourg, l’Orchestra del Teatro Massimo di Palermo, la Sinfonie Orchester Berlin, l’ORT-Orchestra della Toscana, la Nuova Orchestra Scarlatti di Napoli ed altre. È stato direttore musicale dell’Orchestra Sinfonica Siciliana fino alla stagione 2017-2018 ed è attualmente direttore musicale della Junge Kammerphilharmonie Berlin dalla stagione 2022-2023 e direttore artistico del progetto Musica nei Borghi dal 2004 portato avanti dal Festival Opera Barga fino al 2021 e trasferito a Bagnone dal 2022. Ha studiato direzione d’orchestra al Conservatorio di Parigi e si è perfezionato con Bernard Haitink alla Musikhochschule di Lucerna. Ha debuttato come direttore d’orchestra nel 1999 in quanto vincitore del premio “Pleins Feux sur un Jeune Chef” al Festival Musical d’Automne di Parigi, festival presso il quale si era esibito da solista due anni prima in cinque programmi diversi. Dal 2016 al 2019 è stato direttore assistente di Sir Simon Rattle. Ha svolto lo stesso ruolo presso Steven Sloane e Gustavo Dudamel per l’Education program della Los Angeles Philharmonic. Si dedica inoltre alle attività direttoriali didattiche: dal 2005 è direttore preparatore della Junge Deutsche Philharmonie, dell’Euroasia Festival Orchestra di Seoul, l’Orchestra Giovanile Italiana, la Youth Orchestra of Los Angeles nel quadro dell’Education program della Los Angeles Philharmonic, la European Union Youth Orchestra, l’orchestra della Universität der Künste Berlin, la Deutsch-Skandinavisches Jugend-Philharmonie-Orchester, la Joven Orquesta Sinfonica de Castilla y León ed altre. Nella stagione 2011-2012 ha diretto il concerto di Capodanno della Philharmonisches Kammerorchester Berlin. Lo scorso 30 giugno 2023 è stato ospite della trasmissione su RaiUno “Oggi è un altro giorno”
Eva Rabchevska è nata a Leopoli, in Ucraina. Nel proseguire la sua carriera di violinista, si è sempre distinta per il suo senso unico della frase musicale e dello stile, supportato da una tecnica straordinaria. È stata allieva di Mariia Futorska, Yaroslava Rivnyak e Jozef Kopelman, e ha conseguito i diplomi di laurea e di master presso la Escuela Superior de Música Reina Sofía di Madrid, sotto la guida del Prof. Zakhar Bron; dal 2022 al 2024 ha completato i suoi studi alla Hochschule für Musik Hanns Eisler di Berlino con la Prof.ssa Antje Weithaas. Si esibisce regolarmente come solista con numerose orchestre, tra cui la Slovak Radio Symphony, la Filarmonica Nazionale dell’Ucraina, le Orchestre Nazionali di Lituania e del Belgio, tra le altre. Eva ha maturato esperienza artistica in diversi festival musicali, come l’Encuentro de Música de Santander e la Seiji Ozawa Academy di Rolle. Ha vinto numerosi premi, tra cui il 2º premio al Concorso Internazionale di Violino Carl Flesch (2013), il 1º premio al Concorso Lipinski-Wieniawski (2017), il premio da finalista al Concorso Regina Elisabetta (2019), il 2º premio al Concorso Internazionale Jasha Heifetz (2021) e il 1º premio alla prima edizione dello Stuttgart International Violin Competition (2021). Nel settembre 2021,è entrata a far parte della Karajan-Akademie dei Berliner Philharmoniker. Da gennaio 2024 è membro dei Berliner Philharmoniker.
Alexina Hawkins ama la collaborazione, il dialogo e la sperimentazione e trova connessioni e significati nella musica attraversando un ampio spettro di epoche e stili. Dal suo trasferimento a Berlino dall’Australia nel 2015, si è esibita, ha registrato e ha partecipato a tournée con ensemble di musica classica e contemporanea, tra cui la Kammerakademie Potsdam, la Deutsche Kammerphilharmonie Bremen, il Deutsches Kammerorchester Berlin, Ensemble Resonanz, Solistensemble Kaleidoskop, M.A.M. Ensemble e Stegreif Orchester, apparendo in concerto in Europa, Nord e Sud America, Asia e Australia. La curiosità verso l’ignoto e il potenzialmente selvaggio nella musica l’ha portata all’improvvisazione e a recenti collaborazioni discografiche con artisti come Agnes Obel e Damon Albarn, così come con musicisti jazz; è membro fondatore dell’ensemble di musica da camera contemporanea “Hear now berlin”, che ha pubblicato il suo album di debutto Music in Circles nel giugno 2023, e ha collaborato con la cantautrice nominata ai Grammy Becca Stevens. Si è esibita in numerosi festival, tra cui il Bang On A Can Summer Festival (USA), il Brisbane Music Festival, il Canberra International Music Festival, il Bangalow Festival, l’Ultraschall Festival, lo X100 Festival/Berlin Atonal (Germania), il Festival Opera Barga (Italia) e il NOMUS Festival (Serbia). È stata inoltre protagonista due volte della celebre rassegna berlinese di musica contemporanea Unerhörte musik e ha prodotto diversi concerti indipendenti, presentando una vasta gamma di musiche e musicisti.
Alessandro Natali si è diplomato con il massimo dei voti presso il conservatorio di Modena sotto la guida del M°Marianne Chen e dopo un’esperienza di un anno all’estero a Utrecht in Olanda, Alessandro Natali è attualmente impegnato come violoncellista in collaborazione con varie orchestre in Italia come la Filarmonica della Scala di Milano, l’orchestra del Maggio Musicale Firentino, l’Orchestra del Teatro Carlo Felice e il Teatro comunale di Bologna. Ha anche partecipato a diversi corsi di perfezionamento tenuti da maestri come Gary Hoffmann, Marianne Chen, Thomas Demenga, RomainGarioud, David Eggertt e Clive Greensmith.